Direttore Creativo vs Designer
La figura del direttore creativo non è più come una volta, perché sono così difficili da sostituire?
Com’è andata questa prima settimana di ritorno dalle vacanze? Va bene ok, domanda stupida. Anche voi in questo mood?
Abbiamo lasciato il 2022 con Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino (io grandissima fan), che ha vinto come designer dell’anno. Se il 2022 è stato l’anno delle collaborazioni (possiamo ammetterlo, alcune forzate) anche il 2023 riserva già tante belle sorprese in fatto di novità: da Alessandro Michele che ha fatto la sua uscita di scena da Gucci (shock) senza nominare nessuno in particolare come suo successore (e adesso cosa indosserà Harry Styles?) e Daniel Lee che prende in mano le redini di Burberry dopo che, con grande sorpresa, ha lasciato Bottega Veneta nel 2021. Per non parlare di Phoebe Philo, che sembra girare voce possa tornare durante la Paris Fashion Week con il suo nuovo brand omonimo (finally).
Focus:
A proposito di Pheobe Philo, per chi non la conoscesse, dal 2010 al 2018 è stata direttrice creativa di Céline e ha definito l’estetica del minimalismo contemporaneo, disegnando collezione dopo collezione avendo in mente un concetto di donna empowered ma non sessualizzato, ancora oggi largamente apprezzato. Tuttora si trovano account su IG che ricordano con tanta malinconia la sua estetica estremamente al passo con i tempi che ha rivoluzionato un’intera generazione. (@oldceline)
La campagna di Céline primavera estate 2013 (foto Juergen Teller, modella Daria Werbowy)
Direttori Creativi VS Designer
Ok facciamo un passo indietro, chi sono questi personaggi che si prendono tutto il merito per i successi del brand? Perché se qualcosa va storto ricade tutto su di loro? Sono ormai diventate quasi delle star, al centro di tutto, sono la faccia che rappresenta il brand, hanno il completo controllo, quando in realtà dietro a loro ci sono centinaia di persone che contribuiscono a fare la loro parte per costruire un’intera collezione.
Il ruolo del creative director però è diverso dalla figura del designer, attenzione. Queste persone che vengono messe a capo dei brand, hanno l’incarico di decidere la direzione creativa, dalle collaborazioni, le campagne pubblicitarie, gli editoriali e ovviamente sono loro che mandano in scena le sfilate, dal concept ma parliamo anche di gestione dell’immagine, dalla scelta della location alla musica e selezioni di modelli. Per farla breve, decidono ogni singolo dettaglio visualizzando a 360 gradi lo stile del brand, target e il suo potenziale. Il designer, è lo stilista, quindi è colui che sotto la guida del direttore creativo disegna e produce la collezione. Tutto molto in sintesi però ci siamo capiti.
Come ben potete immaginare però il grosso problema di questa generazione attuale di creative director nelle maison di lusso è che si ritrovano a dover piacere alle masse, capire come fare più revenues possibile, se no finiscono per fare la fine di Alessandro Michele che dopo 8 anni da Gucci gli viene chiesto di andarsene dopo un solo anno difficile. Però capite bene che, per un’artista, o meglio, per un creativo, riuscire a piacere a tutti, non creare divisioni o dialoghi, è impossibile e si va poi a perdere il vero significato di moda o arte. E’ anche per questo che brand come Louis Vuitton e Chanel ci stanno mettendo anni a trovare dei giusti sostituti ai precedenti Virgil Abloh e Karl Lagerfeld.
Adv & Collabs Worth to Mention
Parlando invece di nuove Adv e campagne editoriali interessanti, probabilmente avrete visto in giro la collaborazione tra Louis Vuitton x Yayoi Kusama fotografata da Steven Meisel, celebre fotografo di moda (per chi se l’è persa). Hanno voluto ampliare la precedente collaborazione del 2012 che già aveva visto le iconiche borse di Louis Vuitton a pois colorate in molteplici colori.
‘L’ossessione per i pois si unisce a quella per il monogramma, così Yayoi Kusama e Louis Vuitton tornano a condividere codici fortemente riconoscibili, in un’arte che riesce a parlare proprio a tutti.’ - da Vogue Italia.
Lei, giapponese e di 93 anni, gran personaggio nel mondo dell’arte che per anni ha voluto esprimere a modo suo il concetto di infinito con meravigliose collaborazioni sia nella moda ma sopratutto nel mondo del design contemporaneo.
“i celebri pallini con cui ha riempito i salotti e le strade di New York dal 1958 al 1973, in un’epoca di passaggio dall’espressionismo astratto allo sperimentalismo di avanguardia”.
@Moderna Museet, Yayoi Kusama
Invece Gucci: la promozione dell’iconica borsa Jackie 1961 di Gucci con Dakota Johnson che in un breve video promozionale, un po’ stile paparazzi, indossa ben 6 tipi diversi della iconica borsa. (qui il video)
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Pitti Uomo, Martin Rose
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a Firenze a Palazzo Strozzi la mostra di Olafur Eliasson sul suo concetto di riflesso e infinito. Qui il suo progetto più famoso esposto al Tate nel 2003.
Per chi è a Bologna il 19/01/2023 o il 20/01/23:
Lil Milan arriva a Bologna per due giorni nel meraviglioso studio di Officina del Poggio, che consiglio vivamente di andare a visitare, in pieno centro in Via del Cane 8, Bologna.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate quindi sentitevi liberi di scrivermi i vostri commenti o argomenti richiesti!
A presto!
Ho letto tutto di un fiato e attendo con ansia la prossima! Davvero molto interessante, tantissimi complimenti e seguirò i tuoi suggerimenti ❤️❤️